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Opera Arias and Organ Works

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Elecla 23097
Format: 1 CD
CD: CD
Sales price 14,50 €
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Artists

Laura Capretti,mezzosoprano
Daniele Rinero, organo



Compositors

Georg Friedrich Händel (1822 - 1890)



Venue

Chiesa parrocchiale di San Martino vescovo,
Mezzenile (TO)


About this album



«Alcuni si lamentano perchè le rose hanno le spine; io sono grato perchè le spine hanno le rose». Alphonse Karr «Perché registrare un disco su Händel?». Forse, per conoscere a fondo un musicista, l’unico modo è incontrarlo dentro la sua musica. Ci siamo così spogliati di ogni certezza interpretativa, affinché Händel potesse rivelarsi a noi. Dopo tutto lo studio filologico, solo quando si osserva un compositore con gli occhi di un bimbo, lo si scopre davvero. Togliere se stessi, per mettersi a servizio della musica. In un secondo momento, ci siamo chiesti cosa Händel potesse dire all’uomo contemporaneo, con coordinate storiche, geopolitiche e umane molto differenti dal ’700. La freschezza delle sue composizioni sembra svelarci un Händel molto contemporaneo. Ci parla, ci tocca ancora, ci interroga, ci scuote. Immediatezza e ricercatezza si intrecciano nelle sue partiture. Abbiamo dunque scelto di presentare delle trascrizioni per organo solo e delle pagine per voce e organo, facendoci guidare da una suggestione, insita nel titolo di un’aria di Handel: lascia la spina, cogli la rosa. Come si intrecciano la sofferenza e la pienezza nelle nostre esistenze e nella musica di questo compositore? Nella prima parte del cd, dunque, troviamo arie e brani solistici connessi alle spine e, nella seconda parte, alle rose. Il sipario si apre e si chiude sulla stessa melodia, ma con testo differente. Ci auguriamo che Händel possa toccare e parlare anche al vostro animo. Sentiamo di averlo incontrato almeno un po’. Ci ha trasformati. Forse, solo permettendoci di piangere la nostra crude sorte, di cantare le spine che la vita ogni tanto ci riserva, scopriremo che saremo in grado di cogliere la rosa. Le nostre esistenze sono chiamate non solo a vivere, bensì a fiorire. Sapremo allora essere grati perché le spine hanno le rose. Spine e rose, come parti della stessa pianta, le une indispensabili alle altre, affinché la nostra vita possa sbocciare sempre e in ogni circostanza. GUIDA ALL’ASCOLTO Lascia la spina Lascia che io pianga mia cruda sorte, è forse la più famosa aria di sempre. Narra del lamento di Almirena, rapita da Armida e messa in catene. Sospira la libertà per ricongiungersi al suo amato e promesso sposo Rinaldo, comandante dei crociati cristiani a Gerusalemme. In forma di sarabanda, quest’aria, caratterizzata da pause che mettono in risalto i sospiri della protagonista, è di una semplicità disarmante nell’espressione del desiderio di un’agognata libertà. La passacaglia in sol minore che chiude la suite n.7 per clavicembalo, viene qui presentata in una veste organistica. È caratterizzata dalla variazione continua di un tema presentato all’inizio del brano. Quindici variazioni ritmiche, melodiche e timbriche ci conducono a conoscere sotto vesti diversi lo stesso tema. Passacaglia (passa calle: passa per strada), ci invita a passare per le strade della vita, attraverso una radice che collega ogni diversità. Ah mio cor schernio sei, più che un’aria di vendetta della maga Alcina, quando scopre il tradimento dell’amato Ruggiero, sembra essere un lamento. L’esitante accompagnamento mette in luce il passaggio di Alcina da regina e maga seducente a innamorata disperata che, proprio a causa dell’amore, perderà i suoi poteri. Questo Andante conclude il primo dei sei concerti per organo e orchestra che l’autore scrisse. Ideati per intervallare gli oratori presentati al «Covent Garden» di Londra, hanno la caratteristica di avere l’organo solista, presentato come strumento più mondano. Fu Händel stesso a suonarlo, stupendo l’uditorio con la sua maestria, padronanza dell’armonia, fertilità di invenzione e grandezza di stile. Verdi parti, selve amene, narra l’addio di Ruggiero all’isola di Alcina. È probabilmente la pagina più famosa dell’opera, che ebbe talmente tanto successo da sortire ventitré repliche. Con l’aria Ombra mai fu e il suo recitativo iniziale si apre l’opera del Serse, dimenticata per duecento anni, dopo il fallimento iniziale. Qui Serse contempla le fronde del suo amato platano. Ricerchiamo anche noi il nostro posto sicuro, assaporandone il senso di protezione e soave pace che ci dona. Cogli la rosa Questa sinfonia decanta l’arrivo della Regina di Saba a Gerusalemme, durante il regno di Salomone. Brillantezza e vivacità aprono la seconda parte del programma dedicata alla pienezza di vita. Dopo notte atra e funesta è un’aria virtuosistica cantata dal valoroso principe Ariodante che ama Ginevra, la figlia del re di Scozia. Ci riporta al momento dopo le tempeste della vita, dove il sole ritorna a brillare e riempie la terra e il nostro animo di gioia. Hornpipe, tratta dalla seconda suite della «Water music» è musica eseguita da 50 musicisti su una barca per deliziare re Giorgio I e la sua corte sul Tamigi. Ci invita alla danza. Se in fiorito ameno prato ci porta in Egitto dove Cesare confessa con quest’aria il suo amore per Cleopatra, che si presenta nelle vesti di Lidia, una fanciulla del suo seguito. Manifesta la sua eccitazione nell’allegoria dell’ augellin che si nasconde tra fiori e fronde, consegnandoci l’ardore di un cuore innamorato. Zadok the Priest è un inno d’incoronazione scritto per re Giorgio II. Viene da allora eseguito ad ogni incoronazione di sovrano britannico. Zadok fu il sommo sacerdote che unse Salomone come re. Una scrittura omoritmica conferisce solennità al brano e invita alla celebrazione della vita. Si tratta di un’aria dell’Oratorio «Il Trionfo del Tempo e del Disinganno». A noi che cerchiamo il senso del nostro dolore, non resta che affidarci alla mano nascosta della vita. Solo fidandoci del nostro percorso saremo in grado di accogliere tutto ciò che essa ha da insegnarci e sbocciare, come un fiore, al momento giusto.


Description

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