Composizioni per Organo
Pavone Canavese (TO) Italy
About this album
La presente registrazione raccoglie quelle composizioni per organo di Giacomo Puccini che non sono state incise nella prima edizione discografica assoluta che il caro compianto collega Liuwe Tamminga aveva consacrato al pressoché misconosciuto repertorio organistico del compositore lucchese (c.d. Passacaille PAS1029, 2017), tutt’oggi assente dalle non poche manifestazioni concertistiche d’organo sparse per il «bel Paese là dove il sì suona». Si deve all’impegno musicologico del Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca se tra il 2015 e il 2017 è tornata alla luce buona parte di queste composizioni per organo, nel frattempo sparpagliate in collezioni diverse. I complessivi 57 pezzi originali per organo composti tra il 1870 e il 1880 circa, all’epoca in cui il giovane studente di musica prestava servizio liturgico in qualità di organista a Lucca e in paesi limitrofi, sono stati infine pubblicati, a cura di Virgilio Bernardoni, nel volume II/2.1 della Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini (Carus-Verlag 56.003). Se il ventiduenne Giacomo non si fosse trasferito a Milano per completare gli studi, probabilmente la sua fama non avrebbe travalicato i confini lucchesi, contribuendo ad incrementare la stirpe dei Puccini organisti e maestri di cappella in Lucca (il padre Michele fu organista del Duomo di San Martino fino alla prematura scomparsa nel gennaio del 1864, ma già il trisavolo Giacomo senior occupava il medesimo posto dal 1740), avendo egli studiato, tra l’altro, organo presso l’istituto musicale “Pacini” di Lucca dal 1873 al 1877 (ove si distinse pure con l’assegnazione di un primo premio nel settembre del 1875), ma sicuramente organista liturgico di mestiere se già all’inizio del 1873 era in grado di sostituire lo zio Fortunato Magi nella chiesa di San Girolamo, attività questa che svolse, regolarmente stipendiato, fino alla fine del 1882, non solo, ma fin dai primi anni Settanta l’adolescente Puccini suonava l’organo durante i mesi estivi a Mutigliano, piccola frazione a 6 chilometri a nord di Lucca. La madre stessa, Albina Magi, intervenne più volte presso la Fabbriceria della Cattedrale di Lucca affinché il promettente organista, ormai «abilissimo a disimpegnare l’ufficio» (così Carlo Marsili, direttore dell’Istituto Pacini), venisse finalmente assunto quale titolare... Ma in Duomo Puccini non svolse altro che incarichi occasionali in qualità di organista supplente, in quanto considerato non ancora maturo per ricoprire stabilmente un ruolo che presupponeva anche competenze in materia di composizione, fino a quando, dopo il 1883, veniva chiaro al giovane musicista stesso, ormai residente a Milano, che la carriera musicale poteva aprirgli migliori opportunità di lavoro grazie alla musica orchestrale ma soprattutto operistica, benché anche lassù non ritenne inutile prender altre lezioni d’organo private. Venendo alle composizioni comprese in questa produzione discografica, è fuor di dubbio che brani come i versetti abbiano esclusiva applicazione liturgica (concepiti per la pratica dell’alternanza tra coro e organo nelle parti dell’Ordinario della Messa e negli inni e Magnificat dei Vespri) assieme ad altri brani esplicitamente destinati ad accompagnare l’Offertorio, l’Elevazione e il Postcommunio, ma non vi sono testimonianze precise sulla destinazione effettiva di diverse composizioni (come quelle, senza titolo, nelle tracce 30 e 31) che, scritte per uso proprio o altrui, potrebbero essere semplici esercizi di stile o exempla didattici più che creazioni destinate al precipuo uso liturgico, dato anche il fatto che per il disbrigo degli uffici l’organista di chiesa, come da secolare tradizione, si affidava alla ben radicata pratica della creazione estemporanea. Dunque la genesi di questi pezzi scaturisce dal decennio di regolare attività di organista liturgico di Giacomo Puccini, nonché dalle lezioni da egli impartite tra il 1874 e il 1878 a tal Carlo Della Nina (1855-1918), di professione sarto, che svolgeva servizio d’organista presso la chiesa di San Giusto in Porcari, tutte attività nelle quali l’ormai famoso compositore d’opere liriche si giudicava non particolarmente eccellente: «Pensa cosa avrei potuto fare io se non indovinavo il Terno al Lotto delle mie opere! non ero buono a nulla altro. – insegnare? che cosa? – o se non so nulla, io – suonare l’organo? sì, con quella mano agile che mi rimpasto! maestro di banda? Avrebbero finito per suonarmi il tamburo sulla pancia, con quella autorità che ho». (Puccini a Carlo Paladini, 26/11/1920). Nella sua carriera di organista a Lucca e dintorni il giovane Puccini aveva a disposizione strumenti tipici di scuola toscana: basati su un Principale di 8 piedi, con unica tastiera di 45 tasti e prima ottava corta, piccola pedaliera a leggìo che comandava non più di dodici canne di Contrabassi di 16 piedi, con pochi registri “da concerto” (Cornetto, Trombe); le sue composizioni, brillanti e tutt’altro che castigate, per niente influenzate dalla «ricerca estetico-religiosa di uno stile liturgico acconcio, già in atto al tempo dei primissimi esordi pucciniani, e poi incentivata con intransigente esclusivismo religioso nell’ultimo quarto del secolo dal “movimento ceciliano”» (Bernardoni), recando vivide tracce del coevo gusto teatrale, si prestano ad essere “concertate” anche su organi di più ampia mole, come quello, veramente sontuoso, appartenente alla scuola organaria lombarda ottocentesca, che si può ascoltare nella presente incisione, edificato nel 1855 da Felice e Giacomo Vegezzi-Bossi» Ancora Virgilio Bernardoni ci fa notare che «a fronte della dispersione nelle mani di organisti di paese di un numero così elevato di manoscritti, è singolare – e per quel che se ne sa inspiegabile – il fatto che Puccini abbia conservato per sé il manoscritto dell’unica Pastorale attestata [quella dal curioso titolo di Pastorella gravida] e quelli di composizioni che opportunamente ordinate potrebbero formare una Messa per organo completa [come in questa edizione discografica si è pensato appunto di realizzare], con le serie di Versetti per il Kyrie (i numeri 48–51) e il Gloria (i numeri 52–55) e i brani liberi per Offertorio (n. 46), Elevazione (n. 56) e Postcommunio (n. 47). Non è neppure da escludere l’ipotesi che si tratti di lavori che egli scrisse durante il periodo di studio a Milano. […] Fra i brani della Messa, i Versetti [sono caratterizzati dal] gusto della varia combinazione di un numero limitato di caratteri musicali, però con l’incremento della retorica introduttiva nel n. 48, l’innovazione di una cantabilità austera nel Tempo di Fuga n. 49, la fresca miniatura in ritmo di polacca nel n. 54 e il florilegio di motivi sincopati nei numeri 50 e 51. Le Sonate libere, invece, sono fra i brani di maggiore impegno compositivo di tutto il repertorio pucciniano. Un impegno che nell’Offertorio si qualifica per l’estensione e che nell’Elevazione, invece, stupisce per l’intensità espressiva: sotto questo punto di vista, infatti, il quasi recitativo strumentale delle prime 29 misure dell’Elevazione segna un vertice della creatività del primo Puccini». Al lettore desideroso di conoscere approfonditamente il Puccini organista e il mondo organistico da egli frequentato con assiduità per un decennio del periodo della sua formazione musicale, suggeriamo di leggere il volume Giacomo Puccini organista / Il contesto e le musiche a cura di Fabrizio Guidotti uscito nel 2017 per i tipi di Olschki in cui, oltre ai saggi di Aldo Berti, Gabriella Biagi Ravenni e dello stesso Guidotti, è ospitato quello di Luigi Ferdinando Tagliavini su Giacomo Puccini e l’organo.
Additional info about this CD
Recording on 29-31 July 2022, in Pavone Canavese Torino (Italy)
Booklet 8 pages full colour booklet
Musicology comment
Artist biography
TRACK LISTING
Kyrie in Re maggiore | |||||
1. | Introduzione [48] | [00’41’’] | |||
2. | Versetto n. 1, Tempo di Fuga [49] | [01’05’’] | |||
3. | ersetto n. 2, Allegro [50] | [01’03’’] | |||
4. | Versetto n. 3 [senza indicazione di tempo] [51] | [01’01’’] | |||
Gloria in La minore | |||||
5. | Introduzione, Allegro [52] | [01’09’’] | |||
6. | Versetto n. 2, Allegro [53] | [01’00’’] | |||
7. | Aria, Versetto n. 3, Pollacca [54] | [00’52’’] | |||
8. | Versetto n. 4, [senza indicazione di tempo] [55 ] | [00’43’’] | |||
9. | Offertorio [46] | [05’47’’] | |||
10. | Elevazione per organo [56] | [06’42’’] | |||
11. | Postcomunio [47] | [02’01’’] | |||
Sei versetti in Fa maggiore | |||||
12. | Versetto n. 1, Maestoso [27] | [01’18’’] | |||
13. | ersetto n. 2, Andante [28] | [00’47’’] | |||
14. | Versetto n. 3, Moderato [29] | [01’03’’] | |||
15. | Versetto n. 4, Allegro brillante [30] | [00’42’’] | |||
Veggo la selva e ’l monte | |||||
16. | Versetto n. 5, Andante mosso [11] | [01’11’’] | |||
17. | Versetto n. 6, Allegro con moto [32] | [00’59’’] | |||
Sei versetti in Mi minore | |||||
18. | Versetto n. 1, Allegro [33] | [01’22’’] | |||
19. | Versetto n. 2, Allegretto [34] | [00’44’’] | |||
20. | Versetto n. 3, Moderato [35] | [00’56’’] | |||
21. | Versetto n. 4, Andante mosso [36] | [01’04’’] | |||
22. | Versetto n. 5, Allegro maestoso [37] | [01’03’’] | |||
23. | Versetto n. 6, Allegro [38] | [00’45’’] | |||
Sei versetti in La minore | |||||
24. | Versetto n. 1, Moderato [39] | [01’02’’] | |||
25. | Versetto n. 2, Moderato [40] | [01’01’’] | |||
26. | Versetto n. 3, Allegro [41] | [00’56’’] | |||
27. | Versetto n. 4, Allegretto [42] | [01’06’’] | |||
28. | Versetto n. 5, Andantino [43] | [01’31’’] | |||
29. | Versetto n. 6, Allegro [44] | [00’54’’] | |||
30. | Allegro vivace [19] | [01’20’’] | |||
31. | Allegro [20] | [00’46’’] | |||
32. | Pastorella gravida [57] | [04’00’’] | |||
T.T. | [47’30”] |
Nota bene: i numeri tra parentesi quadra si riferiscono all'ordine dei brani così come pubblicati nel volume II/2.1 della Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini (Carus-Verlag 56.003) a cura di Virgilio Bernardoni.