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Church Sonatas Complete

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Elecla 21089
Formato: 1CD
CD: Disponibile
Prezzo di vendita14,50 €
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Prezzo standarizzato:

Artista

Diego Cannizzaro,organ & conductor



Compositore

W. Amadeus Mozart (1756-1791)



Organi

Organo Grande Donato Del Piano (1775)
Organo Piccolo Donato Del Piano (1782)



Luogo

Chiesa di San Basilio, Regalbuto (EN) Italia


Informazioni sull'album



Le diciassette Sonate da chiesa qui presentate risalgono tutte al periodo salisburghese, tra il 1772 circa e il 1780. Sono brani pensati per essere eseguiti durante la Messa tra la lettura dell’Epistola e quella del Vangelo e, pertanto, la più corretta dicitura sarebbe “Sonate all’Epistola”: lo stesso Mozart ci conferma ciò in una lettera del settembre 1776 indirizzata a Padre Giovanni Battista Martini. Il giovane Mozart era a quei tempi al servizio dell’Arcivescovo Hieronimus de Colloredo il quale, aderendo al programma di riforme promosse dall’imperatore Giuseppe II, favoriva la cultura e la ricerca e il suo governo manifestava una certa apertura sul piano politico e religioso. Attuò però una politica di tagli e di riduzioni di spese nell’ambito delle istituzioni musicali cittadine, fra l’altro chiudendo gli spazi riservati al teatro musicale; negli anni precedenti Mozart si era lamentato più volte, nelle sue lettere, della scarsa considerazione in cui Colloredo teneva la musica e i musicisti e del fatto che a Salisburgo non si potessero rappresentare né ascoltare opere liriche. In verità l’arcivescovo ha lasciato una discreta libertà di movimento a Mozart poiché riteneva che fosse un ottimo ambasciatore culturale della corte di Salisburgo ma lo scontento di Mozart verso l’ambente di Salisburgo crebbe sempre di più e aumentarono gli sforzi per la ricerca di una posizione alternativa L’epilogo sembra esser stato parecchio burrascoso come Mozart stesso descrisse a suo padre nella lettera del 9 giugno 1781: «Questo dunque è il conte che (stando alla sua ultima lettera) mi ha tanto sinceramente a cuore, questa è dunque la corte dove dovrei servire, una corte in cui uno che intende presentare una supplica per iscritto, invece di essere agevolato nell’inoltrarla, viene trattato in questo modo? [...] Ora non ho più bisogno di mandare nessuna supplica, essendo la cosa ormai chiusa. Su tutta questa faccenda non voglio più scrivere nulla ed anche se ora l’arcivescovo mi pagasse 1.200 fiorini, dopo un trattamento simile proprio non andrei da lui. Quanto sarebbe stato facile convincermi! Ma con le buone maniere, senza arroganza e senza villania. Al conte Arco ho fatto sapere che non ho più nulla da dirgli, dopo quella prima volta in cui mi ha aggredito in quel modo, trattandomi come un farabutto, cosa che non ha alcun diritto di fare. [...] Che gliene importa se voglio avere il mio congedo? E se è davvero tanto ben intenzionato nei miei confronti, cerchi allora di convincermi con dei motivi fondati, oppure lasci che le cose seguano il loro corso. Ma non si azzardi a chiamarmi zotico e furfante e non mi metta alla porta con un calcio nel culo; ma dimenticavo che forse l’ha fatto per ordine di Sua grazia.» (Wolfgang Amadeus Mozart, lettera del 9 giugno 1781) Anche se correntemente il termine di “sonata da chiesa” potrebbe far pensare ad una varietà di movimenti, secondo il concetto che viene attribuito a questo tipo di componimento (due tempi allegri alternati con due tempi adagi), va precisato che si tratta di composizioni dalla struttura semplice, senza troppe elaborazioni contrappuntistiche e a volte con un richiamo al genere concertante; sono scritte in un unico movimento di forma sonata sempre in tempo ”Allegro”, con l’unica eccezione dell’”Andantino” della prima Sonata KV 67, stilisticamente assimilabili al caratteristico stile cameristico settecentesco. Risulta interessante osservare la funzione dell’organo nell’arco della parabola compositiva delle sonate da chiesa: nelle nove sonate – da KV 67 a 225 – l’organo svolge la funzione di mero basso continuo nel pieno rispetto delle convenzioni settecentesche ma già nella KV 244 si scorge il tentativo da parte di Mozart di dare qualcosa in più allo strumento da tasto affidandogli due brevi conclusioni di frase con trillo mentre gli archi lo accompagnano con accordi. Nella KV 245 l’organo ha delle evidenti note lunghe e ribattute che lo fanno emergere dal flusso del ruolo di basso continuo. Fin qui Mozart resta fedele all’organo strumentale legato alla tradizione della sonata da chiesa a tre con due violini e basso continuo. Nella sonata KV 263 assistiamo all’arricchimento della tavolozza sonora con l’aggiunta di due trombe in Do; Mozart cerca nuove soluzioni timbriche, concepisce le sonate da chiesa in maniera più orchestrale che cameristica e nella KV 278 affianca alla tradizionale scrittura a tre con gli archi ben due oboi, due trombe e timpani. La sonata KV 328 ritorna all’organico con soli archi ma la scrittura dell’organo è decisamente concertante e, in taluni casi, anche preponderante sugli archi stessi. La sonata KV 329 presenta l’organico più ampio di tutte: agli archi vengono affiancati due oboi, due corni, due trombe e i timpani; Mozart gioca molto col dialogo tra oboi e violini ma non rinuncia a far intervenire anche l’organo in qualche dialogo. Val la pena sottolineare come questa sonata abbia il medesimo impianto orchestrale della Messa dell’Incoronazione KV 317. L’ultima sonata, la KV 336, non ha i fiati e i timpani ma necessita di due organi per la sua esecuzione: un organo funge da basso continuo, l’altro è uno strumento solista. La sonata si presenta come un pezzo da concerto di immediata comunicativa. Il primo tema molto cantabile è esposto dai violini e ripreso dall’organo; il secondo tema ha un andamento più delicato e grazioso. Non mancano la cadenza con trillo e un ritornello dei violini, cui segue uno sviluppo affidato alla mano destra dell’organista. C’è la ripresa del tema principale, al quale si affianca poi il secondo soggetto, questa volta in re minore con una serie di modulazioni, caratterizzanti lo stile concertante e un po’ audace della Sonata da chiesa. Già Mozart aveva pensato ad un uso solistico dell’organo nella Messa KV 259, in particolare nel Benedictus: l’organo ricama trame sonore su cui si appoggiano le voci e gli archi in uno stile tipicamente concertante. Nella sonata KV 336 Mozart porterà tale uso dello strumento da tasto a conseguenze più estreme e, nella messa KV 337, ritroveremo le figurazioni brillanti all’organo ben in evidenza nell’Agnus Dei in dialogo con la voce di soprano solista. Le prese del suono sono state effettuate con tutti i musicisti posizionati sull’ampia cantoria della chiesa parrocchiale di San Basilio in Regalbuto (EN); sono presenti due pregevoli organi di don Donato del Piano realizzati dopo il suo capolavoro, l’organo dell’abbazia di San Nicola l’Arena di Catania. L‘organo grande venne realizzato nel 1775 mentre il piccolo, sempre opera di Donato del Piano, risale al 1782 ed è attualmente collocato in una nicchia laterale della grande cantoria. Gli organi sono contemporanei alla composizione delle sonate di Mozart e la collocazione di tutti i musicisti in cantoria, se da un verso crea grosse complicazioni meramente pratiche per l’esecuzione, da un altro canto restituisce la modalità esecutiva con cui le sonate vennero presentate all’arcivescovo di Salisburgo.


Altre notizie su questo CD
Registrato il 26-27 febbraio 2021, Chiesa di San Basilio, Regalbuto (EN) (Italia)
Booklet 16 pagine a colori, testi in Italiano e Inglese
Commento musicologico
Biografia artisti


Descrizione

TRACK LISTING

* Organo Grande Donato Del Piano (1775) Chiesa di San Basilio – Regalbuto (Enna)
** Organo Piccolo Donato Del Piano (1782)>

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